La chiesa della Ss. Trinità a Santhià

Il risanamento di un edificio passa attraverso le indispensabili opere di eliminazione dell’umidità, di rimozione dei materiali non idonei (le malte cementizie e le tinte pellicolanti che alterano il corretto scambio tra i materiali in opera e l’ambiente) e di recupero delle preesistenze artistiche.


Una delle finalità dell’intervento di restauro è stata infatti il recupero dell’apparato decorativo a vista, riferibile presumibilmente al XIX secolo, il più esteso ed il meglio conservato, con l'obiettivo di restituire all’ambiente sacro parte di quell’apparato decorativo, un tempo ricco di colore, andato progressivamente e quasi completamente perduto. L’intervento ha restituito la facies tardo ottocentesca della cappella: il miglioramento della lettura dell’immagine è dato dalla ricostruzione della sua unitarietà, ma l’istanza di riconoscibilità dell’intervento è garantita dall’accortezza di rendere riconoscibile l’integrazione con la tecnica di un sottotono sia del colore del fondo sia di quelli dei decori. Inoltre è cresciuta la conoscenza delle vicende e dei lavori del passato che, in assenza di dati documentari, sono state raccontate dall’opera stessa. Molte tracce delle diverse fasi storiche sono ancora leggibili: anche il passato degrado alla base delle pareti è ricordato dalla scelta di non ricostruire i decori ritrovati sotto scialbo, persi nella porzione inferiore, anche per rinnovare la consapevolezza che solo l’uso, il controllo del microclima e la cura possono preservare questi ambienti da nuove forme di degrado ed abbandono.

 

SANTHIA' (VC), CHIESA DELLA SS. TRINITA' E DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO (XVI-XX SEC.)

Restauro dell'apparato decorativo interno della chiesa (navata centrale e presbiterio) e degli arredi lignei (coro, armadio della sacrestia, bussola, portone d'ingresso, porta laterale) 

Tipologia intervento: restauro superfici pittoriche, intonaci storici, intaglio ligneo policromo.

Committente: Parrocchia dei Ss. Agata e Giorgio.

Direzione Lavori: arch. Franco Furno.

Alta sorveglianza: dott. Massimiliano Caldera – Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici del Piemonte; arch. Elena Frugoni - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le provincie di TO, AT, CN, BI e VC.

Durata lavori: luglio 2010 - novembre 2013

Finanziamenti: Fondi propri della Parrocchia, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT.

Imprese consorziate esecutrici: Michelangelo Varetto, R.i.c.t. Tauro s.a.s. di Marina Locandieri & C, Giorgio Garabelli

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